Il prezzo del petrolio si è stabilizzato in gran parte grazie alle politiche dell'OPEC. Il mercato è destinato a trovare un equilibrio nel 2018 facendo salire i prezzi nel medio termine.
Riepilogo
- Il prezzo del petrolio, che sembra aver raggiunto il livello più basso all'inizio del 2016, si è mantenuto stabile intorno ai 55 Dollari per barile di Brent a partire dal 4° trimestre del 2016, grazie all'aumento della domanda, alla decisione dell'OPEC di ridurre la produzione e all’elasticità del settore statunitense del gas di scisto.
- I prezzi del petrolio dovrebbero mantenersi stabili intorno ai 56 Dollari al barile fino al 2018, quando la domanda dovrebbe iniziare ad essere superiore all'offerta facendo salire rapidamente il prezzo fino a 79 Dollari al barile entro il 2020.
- Se nel 2017 gli investimenti in nuovi progetti si manterranno bassi per il terzo anno, potrebbe esservi un rialzo significativo dei prezzi nel breve termine. I rischi di una contrazione del prezzo potrebbero derivare da un eccesso di offerta, causato dalla politica degli Stati Uniti o dal mancato rispetto da parte dell'OPEC degli accordi volti a limitare la produzione.
Principali sviluppi che influiscono sul prezzo del petrolio
Considerando le oscillazioni registrate negli ultimi due anni, il prezzo del petrolio si è mantenuto relativamente stabile a partire dal 4° trimestre del 2016. Dopo aver toccato i 27 Dollari per barile di Brent, a partire da dicembre 2016 il prezzo si è stabilizzato intorno ai 55 Dollari/barile. La riduzione dei prezzi del petrolio ha stimolato la domanda da parte di molte economie avanzate, anche se ciò è stato parzialmente compensato dalla contrazione della domanda da parte dei mercati emergenti, dove sono stati ridotti molti importanti sussidi per il carburante. Gli ultimi sviluppi in materia di prezzi sembrano dipendere dal versante dell'offerta.
L'OPEC taglia la produzione. A novembre 2016 l'OPEC ha annunciato il taglio della produzione a partire da gennaio 2017, nell'ottica di riequilibrare il mercato del petrolio. Ciò ha inevitabilmente determinato la fine della precedente politica, che era focalizzata sul mantenimento della quota di mercato e aveva rappresentato la causa principale dell'eccesso di offerta a partire dal 2014. I tagli alla produzione, in media del 4,5%, che hanno interessato tutti i paesi membri (ad eccezione di Libia e Nigeria) sono stati coordinati con altri undici produttori non OPEC, tra cui Russia, Messico e Oman. Questo cambio di politica ha determinato il rialzo dei prezzi del petrolio ai livelli attuali, grazie al chiaro obiettivo di risolvere il problema dell'eccesso di offerta a livello globale.
Il settore petrolifero statunitense mostra una buona elasticità. A seguito della diminuzione dei prezzi e del cambio di politica da parte dell'OPEC, le prospettive per il settore petrolifero statunitense si sono fatte più positive. Grazie ai prezzi più alti per il petrolio, le risorse petrolifere più costose sono diventate economicamente più efficienti, come dimostra il costante aumento del numero d’impianti attivi negli Stati Uniti a partire da maggio dello scorso anno. Nonostante la forte flessione dell'80% del numero d’impianti di trivellazione in funzione, la produzione ha subito soltanto una contrazione del 19% nello stesso periodo. La produzione petrolifera statunitense (1) ha registrato una contrazione contenuta della produzione da parte dei pozzi già in funzione, (2) una maggiore efficienza e redditività dei pozzi e (3) può contare su un gran numero di pozzi perforati ma ancora incompleti (i cosiddetti "DUC").
Il mercato dovrebbe riequilibrarsi nei prossimi anni...
Il forte calo dei prezzi del petrolio a partire dal 2014 è stato determinato principalmente dall'eccesso di offerta. Come riportato nella Figura 3, la produzione mondiale ha superato ampiamente il consumo globale sin dall'inizio del 2014 e ciò ha determinato un forte aumento delle scorte di petrolio. Nel 3° trimestre del 2016, i consumi sono stati leggermente superiori alla produzione e la variazione netta nelle scorte di petrolio è stata negativa per la prima volta dalla fine del 2013.
Nel corso del 4° trimestre del 2016, le scorte di petrolio hanno registrato una nuova impennata, poichè molti paesi OPEC avevano aumentato la produzione in vista dei futuri tagli. Le previsioni della Energy Information Administration (EIA) statunitense indicano livelli di produzione e di consumo molto più equilibrati rispetto agli ultimi due anni.
In linea con le aspettative dell'EIA, prevediamo che il mercato del petrolio dovrebbe finalmente stabilizzarsi nel 2018; da quel momento in poi, la domanda dovrebbe tornare a superare l'offerta, favorendo la ripresa dei prezzi che dovrebbe tuttavia essere graduale nel breve termine.
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