Brexit: un anno dopo - Giugno 2017

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09 giugno 2017

Questo rapporto Atradius su Brexit offre un aggiornamento sulla situazione economica attuale e la prospettiva di insolvenza un anno dopo che il Regno Unito ha deciso di lasciare l'UE.

Riepilogo

  • La scommessa di Theresa May per garantire un forte mandato per i prossimi negoziati sulla Brexit è fallita, dopo che il  Partito conservatore ha perso la maggioranza assoluta in Parlamento alle elezioni generali del Regno  Unito  tenutesi  lo  scorso  8  giugno.  Su  650  seggi,  il  Partito  conservatore  ne  ha  ottenuti  solo  318,ritrovandosi senza una maggioranza assoluta.
  • L'economia britannica ha mostrato una sorprendente elasticità a seguito della decisione di uscire dall'UE,  ma  un  anno  dopo  la  crescita  appare  sempre  più  a  rischio.  L'inflazione  è  la  principale responsabile dato che il mancato aumento dei salari reali ha avuto un impatto negativo sul potere d'acquisto delle famiglie.
  • Le insolvenze nel Regno Unito hanno iniziato a crescere a partire dal terzo trimestre del 2016 e dovrebbero continuare  ad  aumentare  del  6%  quest'anno  e  dell'8%  nel  2018.  I  casi  di  fallimento  si  concentreranno principalmente nei settori legati ai consumi, quali il settore alberghiero e del retail, e in quelli dipendenti dalle importazioni di materiali, ad esempio l'edilizia. 
  • Al momento gli effetti sul resto d'Europa sono stati limitati, soprattutto grazie al fatto che le misure di politica  interna  sono  riuscite  a  frenare  le  tendenze  populistiche,  contenendo  l'incertezza  a  livelli accettabili. Tuttavia, per il 2017/2018 continuiamo a prevedere che il numero di insolvenze in Europa registrerà un aumento dovuto all'effetto Brexit, in particolare in quei paesi che hanno stretti legami economici con il Regno Unito, tra cui Irlanda, Paesi Bassi e Belgio.

L'economia britannica si conferma elastica e
stabile, ma l'inflazione inizia a pesare

All'indomani  del  voto  del  23  giugno  2016  che  ha sancito  la  volontà  di  uscire  dall'UE,  l'economia britannica  si  è  rivelata  sorprendentemente  elastica. Dopo lo shock iniziale, la fiducia ha visto una rapida ripresa e i consumi hanno continuato a sostenere una solida crescita economica.  Anche il forte deprezzamento della Sterlina inglese ha contribuito asupportare  la  crescita,  favorendo  soprattutto  le esportazioni. Il rovescio della medaglia è, tuttavia, che la debolezza della Sterlina sta iniziando a pesare sulla spesa al consumo.

La Sterlina ha perso circa il 14% nei confronti dell'Euro e  del  Dollaro  statunitense  rispetto  a  giugno  2016, soprattutto a causa degli adeguamenti immediatamente successivi al referendum. Ciò ha fatto aumentare  i  costi  delle  merci  importate  che,  insieme alla risalita del prezzo del petrolio a partire dall'inizio dello  scorso  anno,  stanno  facendo  salire  i  prezzi  in generale. Lo scorso mese di aprile l'inflazione annuale dei prezzi al consumo si è attestata al 2,7%, il livello più alto dall'agosto del 2013.

Nonostante il tasso di disoccupazione più basso degli ultimi  40  anni  (4,6%)  e  la  solida  crescita  dei  posti  di lavoro,  i  salari  non  hanno  seguito  il  passo dell'inflazione,  in  parte  a  causa  della  crescita relativamente bassa della produttività. A marzo 2017 i salari  sono  cresciuti  soltanto  del  2,1%  rispetto all'anno precedente, il che suggerisce una contrazione dei  salari  reali  o  un  calo  del  potere  d'acquisto  delle famiglie.

I  consumi  privati  hanno  contribuito  per  l'1,8%  alla crescita  del  PIL  rispetto  all'aumento  totale  dell'1,8% registrato  nel  2016  (le  esportazioni  nette  hanno annullato  il  modesto  contributo  fornito  dai  consumi pubblici e dagli investimenti fissi). La crescita del PIL ha  registrato  un  rallentamento  dello  0,2%  nel  primo trimestre  del  2017,  in calo  rispetto  alla  media trimestrale dello 0,6% del 2016: si tratta del dato più negativo  registrato  negli  ultimi  quattro  anni.  Come previsto, il rallentamento ha interessato soprattutto le industrie  maggiormente  dipendenti  dai  consumi, quali il settore alberghiero e quello del retail (benché ciò  potrebbe  essere  parzialmente  compensato dall'aumento  dei  visitatori  stranieri  (+4%  nel  2016) attratti dalla debolezza della Sterlina). Inoltre, il tasso di risparmio delle famiglie è a livelli bassi (soltanto il 3,3%  nel  quarto  trimestre  del  2016).  Va  anche ricordato  che  nel  2017  le  condizioni  del   credito  al consumo dovrebbero farsi più restrittive per la prima volta in sei anni.

 

 

Private consumption drives UK GDP growth

 

Alla luce del basso tasso di risparmio, delle crescenti difficoltà  di  accesso  al  credito  e  del  calo  dei  salari reali,  i  consumi  privati  dovrebbero  rallentare quest'anno. Tuttavia, la crescita economica dovrebbe poter contare su basi più ampie dato che l'aumento dei  consumi  pubblici  e  il  contributo  positivo  fornito dal saldo con l'estero, grazie alla maggiore competitività  delle  esportazioni,  sosterranno  una  crescita stabile del PIL intorno all'1,7%. Gli investimenti delle imprese  hanno  registrato  un  risultato  migliore  del previsto e dovrebbero mantenersi stabili quest'anno, in  parte  grazie  alla  natura  a  lungo  termine  della maggior  parte  degli  investimenti  e  alla  fiducia  nei confronti  dell'economia  britannica.  Tuttavia,  con l'entrata nel vivo dei negoziati con l'UE, ci aspettiamo un  aumento  del  clima  di  incertezza  che  potrebbe avere  un  impatto  più  negativo  su  consumi  e investimenti nel 2018.
 

Probabile  aumento  delle  insolvenze  nel
Regno Unito

Per la prima volta dal 2011, quest'anno le insolvenze nel Regno Unito hanno fatto registrare un aumento (+1%)  (2) .  Secondo  i  dati  dello  UK  Insolvency Service, nel primo  trimestre  di  quest'anno  3.967 imprese  sono  entrate  in  stato  di  insolvenza  e  ciò indica  un  aumento  del  4,5%  rispetto  allo  stesso trimestre del 2016 e del 5,3%  su  base  annuale.  Si tratta  del  terzo  trimestre consecutivo  di  crescita  del numero di insolvenze.

L'analisi per settore di attività mostra che, lo scorso  anno,  i  casi  di  insolvenza  si  sono  concentrati  nei settori dell'edilizia, del retail e alberghiero. Il settore edile  è,  in  generale,  responsabile  della  quota maggiore di insolvenze a causa del numero elevato di imprese  e  della  forte  concorrenza.  Con  il deprezzamento  della  Sterlina,  queste  imprese  sono anche  esposte  all'aumento  dei  costi  per l'importazione  di  materie  prime.  Anche  i  settori  del retail  e  alberghiero  dovrebbero  far  registrare  un aumento  dei  casi  di  insolvenza  nel  2017  e  2018  a causa  del  calo  dei  consumi.  Questi  settori  dovranno anche confrontarsi quest'anno con l'entrata in vigore del  National  Living  Wage  (il  salario  minimo obbligatorio)  e  con  l'estensione  alle  piccole  imprese del  meccanismo  di  iscrizione  automatica  ai  fondi pensione.

 

UK insolvencies 2016 - industry breakdown

Inoltre,  le  coperture  sui  cambi,  che  avevano  messo molte imprese al riparo dalle oscillazioni della Sterlina all'indomani  del  referendum,  stanno  iniziando  a scadere e ciò potrebbe esporre un numero maggiore di  imprese  all'aumento  dei  costi  di  importazione  di merci e servizi. Va detto, comunque, che l'andamento delle insolvenze ha visto un miglioramento in alcuni settori. Lo scorso anno la debolezza della Sterlina ha sostenuto il settore agricolo, favorendo un calo delle insolvenze  dell'8%  in  questo  comparto.  La  valuta debole  ha  anche  sostenuto  il  comparto manifatturiero,  in  quanto  ha  reso  le  merci  di produzione  britannica  più  competitive  nei  mercati esteri. In questo settore i casi di insolvenza sono scesi del  5%  nel  2016.  Le  esportazioni  britanniche  sono inoltre  favorite  dalla  crescita  più  sostenuta nell'Eurozona.

Tuttavia, le previsioni di insolvenza per il Regno Unito nel  2017/2018  si  confermano  negative.  I  settori dipendenti  dai  consumi  rappresentano  una  quota elevata  dell'economia  dal  momento  che  i  servizi contribuiscono  a  circa  l'80%  dei  PIL,  mentre   il comparto industriale contribuisce soltanto al restante 20%.  Prevediamo  che  la  tendenza  attuale  sarà confermata  anche  per  il  resto  dell'anno.  Il  numero totale di casi di insolvenza nel Regno Unito dovrebbe crescere del 6% quest'anno e dell'8% nel 2018.

 

 

UK insolvencies forecast to rise

 

 

L'impatto  sull'UE  è  stato  finora  limitato,
ma  le  prospettive  a  breve  termine  non
escludono ripercussioni

Le temute ripercussioni immediate del post-Brexit sull'economia  dell'UE  sono  state  essenzialmente limitate. Si temeva che l'incertezza avrebbe pesato sulla  crescita  economica  dei  paesi  dell'Unione  che hanno stretti legami commerciali e di investimento con il Regno Unito.

Contrariamente a quanto previsto, il livello di fiducia continua  a  crescere  e  i  mercati  azionari  stanno toccando  nuovi  massimi.  Inoltre,  nel  periodo precedente alle elezioni anticipate di giugno, il clima si era  fatto  meno  incerto  dato  che  la  situazione  della Brexit  si  era  dimostrata  più  stabile  del  previsto.

Tuttavia,  l’inatteso  risultato  delle  elezioni  apre  un periodo di ulteriore incertezza. Prevediamo  che,  con  l'intensificazione  dei  negoziati con  l'UE,  gli  effetti  negativi  si  faranno  più  marcati, soprattutto  finché  non  vi  sarà  la  certezza  della possibilità  di  raggiungere  un  accordo.  L'impatto negativo è comunque più contenuto rispetto a quanto
previsto  a  giugno  dello  scorso  anno.  La  tabella seguente riepiloga gli impatti diretti a  breve termine. Per le imprese che commerciano con il Regno Unito, la  debolezza  della  Sterlina  si  traduce  nella  forza dell'Euro e, quindi, in vantaggi per gli importatori e in svantaggi per gli esportatori. I paesi o le imprese che hanno  rapporti  commerciali  con  il  Regno  Unito potrebbero  anche  doversi  confrontare  con  la contrazione della crescita del PIL e l'aumento dei casi di insolvenza sul mercato britannico.

 

Overview of short-term impact channels for Europe

 

In  termini  di  legami  economici  e  finanziari  con  il Regno  Unito,  i  paesi  maggiormente  vulnerabili  sono Irlanda,  Paesi  Bassi  e  Belgio,  seguiti  da  Francia, Germania  e  Spagna.  In  aggiunta  agli  impatti  diretti, l'incertezza  crescente  potrebbe  pesare  sul  livello  di fiducia e sulle condizioni finanziarie nel Regno Unito e  nell'UE,  con  ripercussioni  sulle  attività  dei  paesi dell'Unione.  L'OCSE  ha  stimato  che  ciò  potrebbe tradursi  nella  perdita  di  1  punto  percentuale  sulla crescita  del  PIL  in  Europa  nel  biennio 2016/2018
rispetto  allo  scenario  di  riferimento  senza  la  Brexit.

Dal  momento  che  le  insolvenze  sono  strettamente allineate  con  il  ciclo  economico,  le  variazioni  nella crescita del PIL hanno un effetto sull'andamento delle insolvenze. Prevediamo un aumento analogo dei casi di insolvenza, in particolare nei  paesi maggiormente esposti  verso  il  Regno  Unito.  L'impatto  previsto sull'andamento  delle  insolvenze  da  qui  al  2018  è riportato  nel  grafico  sottostante,  che  mostra  la differenza nel numero totale di insolvenze dal 2016 al 2018 rispetto allo scenario senza Brexit.

Brexit impact on insolvencies in Europe to 2018

L'Irlanda  è  chiaramente  il  paese  più  vulnerabile, considerati  i  forti  legami  economici,  geografici  e storici,  e  prevediamo  che  il  numero  di  casi  di insolvenza in questo paese sarà superiore del 2,5%.

L'Irlanda  è  seguita  da  Paesi  Bassi  e  Belgio,  per  cui  è previsto  un  aumento  delle  insolvenze  pari  a, rispettivamente,  l'1,3%  e  l'1,2%.  I  restanti  paesi europei presi in esame dovrebbero subire un impatto molto limitato.

A  livello  settoriale,  la  Figura  6  mostra  una  mappa delle principali industrie per paese europeo e prende in  considerazione  soltanto  l'esposizione  dell'export verso  il  Regno  Unito.
Nel  complesso,  il  Regno  Unito importa  dall'Europa una quota significativa di valore aggiunto nel settore  della chimica, dei trasporti e dei tessili. Dal  punto  di  vista  interno,  le  industrie  che  non dipendono dalle esportazioni, quali l'edilizia e i servizi finanziari, sono al riparo da eventuali ripercussioni.

A  livello  di  paese,  l'impatto  più  negativo  della debolezza  della  Sterlina  e  del  rallentamento dellacrescita  del  Regno  Unito  si  riflette  sull'Irlanda (quasi tutti i settori sono colorati in rosso). Anche  Benelux  e  Paesi  Nordici  appaiono  vulnerabili  in  una  vasta  gamma  di  settori  di esportazione.

European sectors most exposed to the UK

Previsioni

Nei  prossimi  anni  l'economia  britannica  dovrebbe registrare  una  crescita  costante,   benché  in rallentamento.  In  questo  momento, l'aumento dell'inflazione, dovuta  principalmente alla debolezza della Sterlina, è la causa principale del rallentamento  della crescita del PIL e dell'incremento  dei  casi  di  insolvenza.  Ciò dovrebbe tradursi in un aumento delle insolvenze nel  Regno  Unito  (+6%  quest'anno  e  +8%  nel 2018).

La  crescita  economica  nei  paesi  europei  si mantiene  costante,  benché  debole,  con  un impatto più limitato della Brexit rispetto a quanto previsto. L'andamento  delle  insolvenze  nel  resto  del continente si conferma relativamente positivo, ma  continuiamo  a  prevedere  un  lieve  aumento dei casi  di  insolvenza  in  quasi  tutti  i  paesi  rispetto  a
quanto  si  sarebbe  registrato  se  il  Regno  Unito fosse rimasto nell'UE.

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