Global Economic Outlook - Novembre 2017

Economic Outlook

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21 novembre 2017

Le prospettive economiche globali si sono rafforzate nel 2017, ma l'attuale ripresa, essendo in gran parte ciclica, sarà indubbiamente seguita da una recessione.

Editoriale

Già dal suo titolo ("La primavera è nell'aria") la nostra precedente edizione dell'Economic Outlook suggeriva un cauto ottimismo nei confronti dei segnali di una ripresa più solida dell'economia globale e tuttavia, nonostante la crescita iniziasse a mostrare un miglioramento, avevamo evidenziato un'ondata di incertezza politico-economica dopo le elezioni statunitensi e in vista delle tornate elettorali in molti paesi europei. Questa incertezza, se prolungata, avrebbe spinto imprese e famiglie ad adottare maggiore cautela in termini di spesa, determinando un rallentamento della ripresa globale.

Trascorsi sei mesi, è oggi evidente che i segnali di un rafforzamento della ripresa non erano dei falsi allarmi. In primo luogo, la crescita economica ha continuato a consolidarsi a livello regionale, facendo rivedere al rialzo le previsioni (tra cui le nostre) soprattutto per quanto riguarda l'Eurozona. In secondo luogo, e soprattutto, l'incertezza economica e politica è scesa bruscamente nel 2017. A dispetto dei proclami da parte degli Stati Uniti in materia di scambi commerciali, i timori di un protezionismo statunitense su vasta scala sono stati ridimensionati. In Europa, gli elettori hanno allontanato lo spettro del populismo consentendo di guardare con cauto ottimismo alla crescente integrazione a livello europeo. Si può dire che stiamo finalmente navigando in acque più tranquille.

Un'introduzione dai toni così entusiastici potrebbe in qualche modo sorprendere i nostri lettori abituali; tuttavia, il compiacimento è esattamente ciò di cui non abbiamo bisogno in questo momento. Il motivo non è tanto che l'accelerazione è trainata dai consumi né il livello di crescita ancora contenuto; quello di cui dobbiamo essere consapevoli è che le acque si faranno sicuramente più agitate. L'attuale ripresa, in gran parte di natura congiunturale, sarà indubbiamente seguita da una fase di recessione.

È quindi essenziale che, nel momento in cui la ripresa frenerà, le acque agitate dell'economia globale possano contare sulla disponibilità di strumenti di politica economica, soprattutto in termini di politica monetaria. Verrebbe da chiedersi: ci saranno? Per il momento, pensiamo di sì. La stretta monetaria decisa dalla Federal Reserve, e che sarà in seguito adottata anche dalla Banca Centrale Europea, fornirà questi strumenti: i tassi di interesse stanno risalendo e l'eccesso di liquidità sarà ritirato dal mercato. Tuttavia, ad oggi sembra che si tratterà di un processo molto, molto graduale, ma verrà il momento in cui un'accelerazione sarà inevitabile. Si tratterà di un'azione di riequilibrio. La stretta monetaria dovrebbe fornire gli strumenti necessari per rispondere alla prossima fase di recessione. Allo stesso tempo, accelerare una fase di recessione attraverso la stretta monetaria è qualcosa da evitare.

Le acque al momento sono calme e dovremmo approfittarne. Ma sono acque ancora inesplorate e non è il momento di festeggiare.

John Lorié, Chief Economist Atradius

 

Sintesi

L'accelerazione dell'economia globale a partire dalla seconda metà del 2016 è diventata più solida nel corso dell'anno. Mentre sei mesi fa eravamo cautamente ottimisti, questa edizione dell'Economic Outlook mostra un quadro positivo dell'economia mondiale nel periodo di riferimento. Tuttavia, non è ancora il momento di festeggiare. In particolare, la normalizzazione della politica monetaria degli Stati Uniti, così necessaria per rispondere ad una futura recessione, è un'azione di riequilibrio.

Punti principali

  • La crescita del PIL globale dovrebbe aumentare del 2,9% con un'accelerazione significativa rispetto alla crescita del 2,4% dello scorso anno. Le previsioni per il 2018 sono stabili, con una crescita prevista del 3,1%.
  • Nei primi mesi del 2017 la crescita dell'Eurozona è stata migliore del previsto e dovrebbe favorire l'andamento positivo di altri mercati avanzati (+2,3% di crescita). Per quanto riguarda gli Stati Uniti, le previsioni indicano un aumento del 2,2%, mentre l'economia del Regno Unito dovrebbe rallentare all'1,5% nel 2017 e 2018.
  • I mercati emergenti stanno ugualmente registrando una solida crescita, dovuta in larga misura, all'aumento della domanda estera, al miglioramento delle politiche e alla ripresa dei prezzi delle materie prime. L'America Latina dovrebbe crescere dell'1,1% quest'anno e del 2,5% nel 2018, mentre l'economia dell'Europa orientale è sorprendentemente al rialzo, con una crescita prevista del 3,1% quest'anno e del 2,3% nel 2018. L'Asia Emergente continua a guidare la crescita con una previsione del 6% nel 2017 e del 5,9% nel 2018.
  • La ripresa di natura congiunturale dell'economia globale sta favorendo un contesto di insolvenza più positivo in entrambi i mercati, avanzati ed emergenti.

Questa ripresa ha continuato a prendere slancio, portando la crescita del PIL mondiale al 2,9%, dopo l'aumento più contenuto registrato dall'inizio della crisi finanziaria globale. L'andamento positivo si è esteso a tutte le regioni, in entrambe le economie avanzate ed emergenti, e dovrebbe proseguire per tutto il 2018. Analizzeremo queste prospettive sempre più favorevoli nel Capitolo 1. Parleremo anche delle acque inesplorate in cui navigano al momento le economie avanzate, dove l'inflazione si mantiene ostinatamente bassa, mentre le banche centrali sono orientate verso una stretta monetaria. Benché le prospettive per il 2017 e 2018 si confermino solide, gli strumenti di politica monetaria dovranno essere sufficientemente efficaci da contrastare la prossima fase di recessione economica.

Vi sono ancora diversi rischi che potrebbero spingere l'economia globale in acque più agitate. A nostro avviso, i rischi principali sono: (1) una politica errata da parte della Federal Reserve, (2) un brusco atterraggio della Cina, (3) il protezionismo degli USA, (4) le oscillazioni del prezzo del petrolio, (5) il rischio geopolitico e (6) la correzione del mercato finanziario.

Il Capitolo 2 riassume le prospettive per i mercati avanzati. L'Eurozona è stata finora la regione migliore in termini di risultati nel 2017, dato che la politica monetaria espansiva e il miglioramento del mercato del lavoro hanno finalmente sostenuto la crescita dei consumi. Mentre l'incertezza politica rappresentava il rischio principale nell'edizione di maggio, gli sviluppi successivi hanno ampiamente allontanato lo spettro del populismo e rafforzato le previsioni positive. L'incertezza politica continua a destare preoccupazione negli Stati Uniti, ma il nostro scenario di base prevede una continuità politica. La crescita economica degli USA sta accelerando, sostenuta dai consumi, dall'aumento degli investimenti e, se possibile, da una serie di misure di stimolo fiscale. L'economia britannica si dimostra elastica, ma sta lentamente rallentando a causa del calo dei consumi e degli investimenti. I paesi avanzati dell'Asia stanno beneficiando in modo significativo della ripresa globale del commercio internazionale.

L'aumento dei flussi commerciali sostiene anche le prospettive positive dei mercati emergenti, di cui parliamo nel Capitolo 3. La modesta ripresa dei prezzi delle materie prime dà un ulteriore contributo ai paesi esportatori. Le prospettive economiche più solide suggeriscono che, nella maggior parte delle regioni, una politica di stretta monetaria chiara e graduale da parte della Federal Reserve non dovrebbe avere un effetto destabilizzante. La crescita economica moderatamente più lenta della Cina dovrebbe tuttavia determinare un lieve rallentamento in molti mercati emergenti nel 2018.

Le nostre previsioni in materia di insolvenze sono riassunte nel Capitolo 4. In aggiunta a un nuovo modello previsionale, abbiamo esteso le nostre previsioni ai paesi dell'Asia Avanzata e ad alcuni mercati emergenti, in base alla disponibilità di dati. A parte alcune eccezioni, l'andamento delle insolvenze dovrebbe essere moderatamente positivo nel 2017 e 2018, sostenuto dalla ripresa congiunturale dell'economia mondiale.

 

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