Market Monitor Beni Durevoli di Consumo Polonia 2017

Market Monitor

  • Polonia
  • Beni durevoli

28 marzo 2017

Le prospettive per l’economia nel 2017 sono positive e anche il settore dei beni durevoli di consumo dovrebbe continuare a beneficiare di una solida crescita.

  • Gli incentivi statali contribuiscono a sostenere le vendite
  • L’aumento dei controlli fiscali rappresenta un problema per i rivenditori
  • I margini di profitto delle imprese si sono mantenuti stabili nel 2016

Secondo l’Ente Statistico polacco, le vendite al dettaglio sono cresciute del 5,7% nel 2016; l’aumento è stato di oltre il 9% per quanto riguarda arredamento ed elettrodomestici. Questo andamento è stato principalmente dovuto al programma di assegni familiari varato dal Governo nel corso del 2016 un assegno mensile di 500 Zloty (circa 115 Euro) a figlio, dal secondo in poi, fino all’età di 18 anni. Le prospettive per l’economia nel 2017 sono positive (il PIL e i consumi delle famiglie dovrebbero aumentare di oltre il 3%) e anche il settore dei beni durevoli di consumo dovrebbe continuare a beneficiare di una solida crescita.

Tuttavia, poiché l’aumento della spesa pubblica per iniziative quali il programma di assegni familiari ha pesato sulle finanze dello Stato, il Governo ha intensificato i controlli fiscali e adottato norme più rigide per contenere l’evasione. Ciò significa che, nonostante le buone prospettive di vendita, i rivenditori si scontrano con un clima d’incertezza legato a questioni fiscali. Gli accertamenti riguardano soprattutto le imprese che operano nel settore dell’IT e dell’elettronica di consumo e nel 2016 uno dei principali distributori di apparecchiature informatiche è stato posto in ristrutturazione controllata proprio a causa di questioni fiscali.

L’introduzione di aliquote progressive sulle vendite al dettaglio in base al fatturato, introdotta a settembre dello scorso anno, è stata sospesa a dicembre 2016 fino a gennaio 2018, a seguito della richiesta da parte della Commissione UE di sospenderne l’applicazione per presunta violazione delle norme comunitarie relative agli aiuti di Stato e concorrenza sleale. Le imprese del settore della vendita al dettaglio avrebbero dovuto pagare una tassa in base al loro fatturato, dando così agli operatori con un basso fatturato un vantaggio economico rispetto ai loro concorrenti medio-grandi.

I margini di profitto dei rivenditori di beni durevoli di consumo si sono mantenuti stabili nel 2016 grazie al solido andamento delle vendite. La struttura del mercato non ha subito variazioni significative, in particolare fallimenti, fusioni o aggregazioni di particolare entità.

I termini di pagamento si attestano, in media, a 60 giorni, ma variano molto a seconda della categoria di prodotti (si va dai 30 giorni per l’elettronica e i piccoli elettrodomestici ai 180 giorni per i grandi elettrodomestici). Il numero di ritardi di pagamento e insolvenze è basso in questo settore e non ci aspettiamo variazioni significative nel 2017. Nonostante  un’ulteriore tassa sulle banche introdotta lo scorso anno, al momento non si registra un aumento dei costi dei prestiti per le imprese. Alla luce del solido andamento delle vendite e  tenendo conto, tuttavia, delle difficoltà evidenziate, quali l’intensificazione dei controlli fiscali, il nostro approccio assicurativo nei confronti del settore della vendita al dettaglio dei beni durevoli di consumo si mantiene neutro. Per quanto riguarda il settore dell’arredamento, adottiamo un approccio più rilassato in quanto le imprese di questo comparto sono meno esposte a problematiche relative al pagamento dell’IVA.