La crescita del PIL italiana dovrebbe restare debole nel 2017, a causa della competitività internazionale che rimane un problema oltre al settore bancario che è ancora sotto pressione.
Situazione delle insolvenze
Modesto calo di insolvenze nel 2017 dopo anni di costanti aumenti
In linea con i deboli risultati economici dell'Italia degli ultimi anni, tra il 2008 e il 2014, si sono registrati aumenti annuali delle insolvenze societarie, caratterizzati spesso da tassi di crescita a due cifre. Nel 2015 e nel 2016 le insolvenze hanno finalmente segnato una flessione rispettivamente del 6 e dell'8,5%. Per il 2017 si stima un calo del 4% e il numero previsto di circa 12.900 insolvenze continua a essere più del doppio rispetto a quello del 2008 (6.500 casi).
I problemi di liquidità delle aziende italiane sono aggravati da continui ritardi nei pagamenti, soprattutto da parte del settore pubblico. Inoltre, rispetto alle controparti dell'Europa occidentale, le aziende italiane mostrano un tasso di indebitamento mediamente superiore, in particolar modo nel breve periodo.
Situazione economica
Una scarsa ripresa con potenziali rischi di peggioramento
La ripresa economica italiana continua a essere debole, con modeste previsioni di crescita dello 0,6% nel 2017 e dello 0,7% nel 2018. L'attuale ripresa è lungi dal definirsi stabile. La crescita delle esportazioni è sostenuta da un indebolimento del tasso di cambio dell'euro, mentre la competitività dell'Italia non ha dato segni di miglioramento rispetto ai paesi omologhi dell'UE. Le azioni nel settore delle riforme (come ad esempio quelle relative al mercato del lavoro) finora si sono rivelate insufficienti. Il settore bancario italiano resta sotto stress e, in particolare, le concessioni di prestiti alle imprese continuano a essere limitati. Malgrado gli sforzi profusi per un consolidamento fiscale, il rapporto tra il debito pubblico e il PIL resta elevato, attestandosi a più del 130%. Per ridurre tale percentuale in modo sostanziale, sarebbe necessario un tasso di crescita nominale annuo del 3%.
Inoltre, dopo le dimissioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi nel dicembre 2016 a seguito della bocciatura del referendum sulle modifiche costituzionali, l'incertezza politica è aumentata. Dinnanzi all'attuale panorama politico italiano frammentato, non è possibile escludere l'ipotesi di elezioni anticipate nel 2017.
Conseguentemente i differenziali di rendimento sovrano sono aumentati dall'inizio dell'anno.