APAC Rapporto Paese India 2018

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13 marzo 2018

Le prospettive di crescita economica per il 2018 rimangono robuste, ma un settore bancario piuttosto debole e un elevato indebitamento estero delle imprese nazionali rimangono preoccupazioni.

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Situazione Politica

Capo di Stato: Presidente Ram Nath Kovind (da luglio 2017)

Capo di governo: Primo Ministro Narendra Modi (da Maggio 2014)

Forma di governo: Governo di coalizione di centro-destra dell‘Alleanza Democratica Nazionale (ADN), guidato dal Partito del Popolo Indiano (Bharatiya Janata Party -
BJP).

Popolazione: 1,31 miliardi

Un governo riformista in una posizione di forza

La coalizione dell’Alleanza Nazionale Democratica (NDA), guidata dal partito Bharatiya Janata del Primo Ministro Narendra Modi, rimane in una posizione di forza, sia come governo dell’unione a Nuova Delhi (dove detiene la maggioranza assoluta in parlamento) che in molti tra gli stati più grandi. L’amministrazione Modi ha attuato diverse importanti riforme, migliorando le prospettive a lungo termine dell’economia.
Si prevede che le questioni socioeconomiche e alcune tensioni all’interno della coalizione della NDA non impediranno al governo di portare avanti le riforme nei prossimi anni. Attualmente sembra probabile che la coalizione della NDA si assicurerà un secondo mandato quinquennale alle elezioni politiche del 2019.
La politica estera dell’India è animata dal suo obiettivo di svolgere un ruolo di attore di primo piano nell’Asia meridionale. Nuova Delhi ha approfondito i legami con gli Stati Uniti e il Giappone, condividendo con loro l’interesse strategico di contrastare la crescente influenza della Cina nell’Asia meridionale (ad esempio in Sri Lanka e Bangladesh) e in tutta la regione Asia-Pacifico. Le relazioni con il Pakistan rimangono tese, soprattutto a causa del conflitto di lunga durata nella regione del Kashmir.

Situazione economica

Ottime prospettive di crescita per il 2018                   

 

 

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L’economia indiana beneficia di un clima politico stabile e di un governo orientato alle riforme. Dopo aver registrato una crescita del 6,7% nel 2017, il PIL reale dovrebbe aumentare del 7,6% nel 2018, trainato principalmente dalla spesa pubblica (+15,4%) e dai consumi privati (+8,7%), mentre si prevede che gli investimenti e le esportazioni cresceranno rispettivamente del 5,9% e del 3,9%. L’inflazione dovrebbe aumentare del 5,1% nel 2018 a seguito di un aumento del 3,3% nel 2017, ma queste percentuali di crescita restano comunque all’interno della fascia target prefissata dalla banca centrale, compresa tra il 2% e il 6%. Il risanamento di bilancio non mostra grandi progressi, ma il disavanzo dell’amministrazione centrale, pari a circa il 3% del PIL nei prossimi anni, rimane gestibile. La spesa pubblica sta aumentando grazie a programmi di sovvenzioni e al miglioramento delle infrastrutture (il governo sta investendo nelle infrastrutture energetiche, uno dei maggiori ostacoli al potenziale di crescita economica a lungo termine dell’India). Anche le entrate sono in aumento, sostenute da un gettito fiscale più elevato e da una robusta crescita.

 

 

 

 

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Si prevede che il debito pubblico come percentuale del PIL (50% del PIL nel 2017) subirà una graduale flessione, rimanendo sostenibile; essendo inoltre ampiamente finanziato da prestiti interni, caratterizzati da periodi di maturità lunghi, in grado di mitigarne gli effetti negativi.

La posizione dell’India nei confronti dell’estero è positiva e i rischi paese e sovrano restano bassi. Nel 2017 il debito estero ammontava ad appena il 19% del PIL. La situazione di liquidità è favorevole con più di otto mesi di copertura delle importazioni. Il disavanzo delle partite correnti è nuovamente aumentato nel 2017 e dovrebbe rimanere a un livello di circa il 2% del PIL nel 2018 a causa dell’aumento delle importazioni di beni di consumo e di capitali. Gli investimenti diretti esteri strutturalmente elevati e gli afflussi di portafoglio (più volatili) sono abbastanza consistenti da coprire il disavanzo delle partite correnti e mantenere bassi i livelli del debito estero, rendendo il debito resiliente agli shock esogeni. L’India ha un
eccellente storico dei pagamenti, privo di inadempimenti dal 1970 in avanti, e gode
pertanto di un buon accesso ai mercati dei capitali.

 

Importanti riforme per stimolare la crescita a lungo termine

 

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Si prevede che la rupia si deprezzerà  moderatamente nel 2018 (dopo una performance relativamente forte rispetto al dollaro statunitense nel 2017), a causa del disavanzo delle partite correnti, dell’inflazione relativamente elevata e della stretta della politica monetaria negli Stati Uniti.

 

 

 

 

 

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La qualità del contesto economico indiano resta relativamente scarsa a causa di diverse carenze strutturali: un settore agricolo sottosviluppato, limitate infrastrutture, leggi sul lavoro inflessibili, una burocrazia eccessiva, un rigido diritto fondiario e la mancanza di una forza lavoro qualificata a causa dello scarso livello di istruzione della maggior parte della popolazione. Tuttavia, l’amministrazione Modi ha adottato misure volte a migliorare il contesto imprenditoriale, in particolare un’iniziativa di cambio valutario introdotta alla fine del 2016 e l’introduzione di un’imposta nazionale sulle merci e sui servizi (GST) nel luglio 2017.
Inizialmente entrambe le riforme hanno avuto un impatto negativo sulla crescita economica nel 2017, ma contribuiranno a spingere il tasso di crescita economica a un livello più elevato nei prossimi anni.

L’iniziativa di cambio valutario (in cui le banconote sono state sostituite con nuove serie) offre i vantaggi a lungo termine di consentire all’economia formale di crescere a scapito di quella informale e di aumentare il gettito fiscale. Il sistema GST uniforme creerà un mercato nazionale unico e migliorerà l’efficienza del commercio interno. Ciononostante, le riforme dei mercati fondiari e del lavoro procederanno solo gradualmente a livello nazionale, data la forte opposizione politica delle organizzazioni della società civile e dei sindacati.

La debolezza del settore bancario e l’indebitamento societario continuano a destare timore

Sebbene si preveda che l’economia indiana manterrà tassi di crescita elevati nei prossimi anni, negli ultimi anni si è assistito a un calo degli investimenti del settore privato dovuto a una modesta espansione del settore bancario e al forte livello di indebitamento estero delle società nazionali. Gli elevati livelli di attività non redditizie delle banche pubbliche pesano sui bilanci.
Mentre le misure annunciate di recente per ricapitalizzare le banche indiane controllate dallo stato sosterranno la crescita del credito e stimoleranno gli investimenti, per il momento l’elevato debito delle imprese rimane un rischio per l’economia indiana e non si può escludere un ulteriore deterioramento dei bilanci delle imprese e delle banche pubbliche. In India le perdite previste per i prestiti in sofferenza e per l’attuale debito a rischio sembrano eclissare le riserve bancarie per le perdite sul credito in misura di gran lunga maggiore rispetto a quanto non avvenga in altre economie emergenti.

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