L'economia mostra tassi di crescita elevati superiori al 5% p.a., ma l'elevato debito delle famiglie potrebbe diventare un problema se i tassi di interesse aumentassero in modo sostanziale.
Situazione politica
Capo di Stato: Re Mohammad V (da dicembre 2016); la posizione del re è principalmente
cerimoniale
Capo di Governo: Primo ministro Mohammad Najib bin Abdul Razak (da aprile 2009)
Forma di governo: L‘Organizzazione Nazionale Malese Unita (UMNO) è il partito a capo di una coalizione di governo formata da 13 partiti del Fronte Nazionale (Barisan Nasional, BN).
Popolazione: 32,1 milioni
Previste elezioni generali nel 2018
La popolazione malese è una combinazione etnica e religiosa di malesi musulmani (50%), cinesi buddisti (24%), indiani indù (7%) e popolazione indigena (11%). Pur costituendo la maggioranza, la popolazione malese possiede appena circa il 19% della ricchezza. Le tensioni razziali hanno sempre ribollito sotto la superficie, ma non sono mai affiorate in oltre 40 anni grazie a una spiccata politica improntata ad azioni positive a favore della comunità di etnia malese. Tale politica ha tuttavia intralciato il progresso economico e sociale delle minoranze cinese e indiana. La continuazione di questa cosiddetta “politica pro-bumiputra” o un suo indebolimento è una delle principali questioni politiche.
La coalizione Barisan Nasional (BN) guidata dall’Organizzazione Nazionale Malese Unita (UMNO) è al potere sin dalla conquista dell’indipendenza malese nel 1957.
Nonostante i crescenti successi elettorali ottenuti in passato dai partiti di opposizione, l’UMNO rimane saldamente al potere, mentre allo stato attuale l’opposizione appare debole e divisa. Si prevede che il governo trarrà vantaggio da questa situazione, chiedendo lo scioglimento anticipato del parlamento ed elezioni politiche prima dell’estate 2018. Sebbene il futuro politico del Primo Ministro Najib rimanga incerto a causa del suo coinvolgimento nel cosiddetto scandalo della cattiva gestione finanziaria dell’MDB, anche in caso di dimissioni le conseguenze per la stabilità politica sarebbero limitate.
Situazione economica
Persiste una robusta crescita economica
L’economia malese è ben diversificata, con l’agricoltura che rappresenta il 9% del PIL, l’industria manifatturiera il 37% e il settore dei servizi il 54%. Il paese possiede un notevole settore minerario ed è uno dei 30 maggiori produttori di petrolio del mondo. Se è vero che le riserve petrolifere sono in calo, la produzione di gas naturale ha invece continuato ad aumentare rapidamente e le riserve sono ancora consistenti. Le esportazioni di gas e di petrolio sono pari a circa il 22% delle esportazioni complessive, mentre i macchinari e i materiali da trasporto costituiscono circa il 46% del totale. Il settore delle esportazioni è un’importante forza economica, ma allo stesso tempo l’elevata dipendenza dal commercio estero rende il paese vulnerabile alle fluttuazioni dei prezzi mondiali dell’energia e dell’elettronica e al rallentamento della crescita in Cina.
La crescita economica della Malesia dovrebbe rallentare leggermente nel 2018, attestandosi al 5,3%, soprattutto a causa del calo della domanda esterna di elettronica e prodotti elettrici (la categoria di esportazione più importante del paese). La spesa al consumo rimane un fattore chiave di crescita, trainata dalla bassa disoccupazione e dall’aumento dei salari. La ripresa degli investimenti infrastrutturali privati e pubblici registrata nel 2017 è destinata a proseguire, con una serie di grandi progetti che dovrebbero essere avviati all’inizio del 2018.
L’inflazione è salita a quasi il 4% nel 2017, soprattutto a causa della diminuzione delle sovvenzioni, ma si prevede che diminuirà nuovamente nel 2018, consentendo alla banca centrale di mantenere una politica monetaria accomodante.
Il bilancio pubblico mostra un disavanzo annuo costante pari a circa il 3% del PIL, mentre il debito pubblico ammonta a circa il 52% del PIL. Le vulnerabilità sono rappresentate dalle elevate passività potenziali dovute a impegni nei confronti di imprese statali e da una quota crescente del debito detenuto da non residenti. Tuttavia, lo stock del debito pubblico è relativamente poco esposto ai rischi valutari e di finanziamento, dato che oltre il 90% del debito è denominato in ringgit e detenuto principalmente da istituzioni finanziarie locali.
Il potenziale problema dell’elevato debito delle famiglie
Nonostante gli elevati tassi di crescita del PIL nominale, il debito estero è aumentato negli ultimi anni, passando dal 58% del PIL nel 2014 al 74% del PIL nel 2017 (93% in percentuale delle esportazioni di beni e servizi). Sebbene tali livelli siano ancora gestibili, il debito estero rende la Malesia vulnerabile alla volatilità del clima degli investitori stranieri.
Tenendo conto del tasso di cambio flessibile, con oltre cinque mesi di copertura delle importazioni, le riserve internazionali sono ancora a un livello adeguato. Il ringgit probabilmente si deprezzerà rispetto al dollaro USA nel 2018 a causa di un’ulteriore stretta monetaria statunitense. Un eventuale brusco deterioramento aumenterebbe il rischio di cambio sui bilanci delle imprese, in quanto l’ammontare del debito delle imprese è considerevole, con parte di esso denominato in
dollari statunitensi.
La Malesia dispone di un settore finanziario ben sviluppato, con banche adeguatamente capitalizzate, una buona qualità creditizia e una bassa quota di prestiti in sofferenza (l’1% circa). Tuttavia, i fattori di rischio più gravi sono rappresentati dall’elevato livello di indebitamento delle famiglie (circa l’87% del PIL) e da un elevato rapporto tra reddito e debito delle famiglie, pari al 150%, che potrebbe diventare un problema nel caso di un’eventuale impennata dei tassi d’interesse. Vi sono ad ogni modo dei fattori attenuanti quali il rallentamento della crescita del credito e il fatto che le famiglie
dispongono in media di ampi cuscinetti finanziari.
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