L'industria chimica dell'Arabia Saudita rimane colpita dal rallentamento dell'economia, portando ad investimenti minori e diminuendo la spesa pubblica.
- L'industria chimica dell'Arabia Saudita si basa sull'enorme quantità di idrocarburi presente nel paese, tra cui gas e liquidi legati al petrolio greggio e alla produzione di metano. Oltre alle grandi riserve di materie prime reperibili a costi contenuti, il settore beneficia di una politica economica favorevole da parte del governo. Entro il 2020 l'Arabia Saudita potrebbe diventare il secondo principale produttore di etilene a livello mondiale, dopo gli Stati Uniti.
- Tuttavia, il settore continua a doversi confrontare con il rallentamento dell'economia causato dalla contrazione dei prezzi del petrolio, che ha portato a una riduzione degli investimenti e della spesa pubblica. L'andamento della domanda e dei margini di profitto delle imprese dovrebbero subire un'ulteriore flessione nel 2017.
- Le prospettive a lungo termine restano comunque positive e le imprese del settore chimico prevedono di aumentare il volume di export nonostante il crescente ricorso al gas di scisto come materia prima per la produzione petrolchimica degli Stati Uniti.
- I pagamenti in questo settore richiedono in media 60-120 giorni. Fino al 2015 il comportamento in materia di pagamenti del settore chimico è stato buono, ma a causa delle attuali difficoltà economiche dell'Arabia Saudita i casi di mancato pagamento e insolvenza hanno registrato un aumento e dovrebbero continuare a crescere nei prossimi mesi. Molte imprese sono in crisi per la mancanza di liquidità e la contrazione dei margini di profitto.
- Per il momento manteniamo quindi un approccio assicurativo prudente nei confronti del settore chimico, soprattutto per quanto riguarda gli acquirenti più grandi che dipendono principalmente dal finanziamento bancario.
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