Nel 2018 la performance economica risentirà della debole domanda da parte della Cina e della minore domanda interna a causa della più debole attività edilizia residenziale.
Situazione politica
Capo di Stato: Presidente Halimah Jacob (da Settembre 2017)
Capo di governo: Primo ministro Lee Hsien Loong (da agosto 2004)
Popolazione: 5,7 milioni
Situazione politica stabile
Il Partito di Azione Popolare (PAP) è al potere dall’indipendenza di Singapore dichiarata nel 1965. Pur essendo favorevole alle imprese, il PAP rispetto agli standard occidentali limita le libertà personali. L’opposizione è debole e frammentata e ha pochissime opportunità di presentarsi in pubblico. Durante le ultime elezioni politiche tenutesi a settembre 2015, il PAP ha conquistato quasi il 70% dei voti, assicurandosi 83 degli 89 seggi in parlamento.
La popolazione di Singapore è costituita da singaporiani di etnia cinese (77%), malesi (14%), indiani tamil indù (8%) e da altre nazionalità (1%). La distribuzione del reddito è relativamente equa e, a differenza della vicina Malesia, le tensioni razziali sono trascurabili. La principale potenziale minaccia alla sicurezza è la possibilità di attacchi terroristici da parte di estremisti musulmani, sia indigeni che provenienti dall’estero.
Situazione economica
Fondamentali ancora forti nonostante un calo della crescita
Il reddito pro capite e il livello di sviluppo di Singapore soddisfano gli standard dell’OCSE. Nonostante la città-stato sia il principale centro di trasporti e servizi finanziari del sud-est asiatico, l’economia singaporiana risente di una certa vulnerabilità dovuta all’elevata dipendenza dalla domanda dei partner commerciali e data la sua concentrazione in determinati settori, quali quello elettronico e farmaceutico.
Ciononostante, tenendo conto delle piccole dimensioni dello stato, la sua economia è relativamente ben diversificata. Il settore bancario di Singapore è sano e adeguatamente monitorato.
La strategia di crescita a lungo termine della città-stato risiede nella volontà di allontanarsi dalla sua immagine di fulcro commerciale, dei trasporti e finanziario a favore di una sua affermazione come centro dell’industria high-tech. Questa strategia ha iniziato a dare i suoi frutti nel settore biomedico e il governo ha recentemente iniziato a promuovere ampiamente la digitalizzazione delle imprese.
Nel 2017 l’economia di Singapore ha beneficiato della ripresa del commercio mondiale e di una domanda di importazioni dalla Cina superiore alle previsioni. Le
esportazioni e la produzione industriale sono aumentate rispettivamente del 5% e del 10%, mentre si è registrata una ripresa anche dei consumi privati.
Tuttavia, è probabile che nel 2018 l’espansione economica sarà moderata, in quanto la domanda cinese di importazioni si raffredderà e la domanda interna dovrebbe essere frenata dalla debolezza dell’attività edilizia residenziale. Al fine di sostenere l’industria, il governo ha annunciato che spenderà 1,4 miliardi di SGD nei prossimi due anni per ammodernare le passerelle e rinnovare i centri comunitari, i palazzetti dello sport, le stazioni di polizia, ecc.
La città-stato continua a profilarsi come uno dei paesi più forti del mondo in termini
di rischio sovrano e fondamentali macroeconomici.
Pertanto, e in virtù delle ampie riserve in valuta estera e di una congrua gestione monetaria dell’Autorità monetaria singaporiana, è improbabile che il tasso di cambio risenta di eventuali cambiamenti nei modelli di investimento internazionali.
Data la sua elevata dipendenza dal commercio internazionale, Singapore è tuttavia altamente suscettibile a rischi derivanti da una recessione dell’economia cinese e a eventuali misure protezionistiche adottate dal governo statunitense nella sua politica commerciale nei confronti dell’Asia.
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