APAC Rapporto Paese Corea del Sud 2018

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13 marzo 2018

L'elevato livello del debito delle famiglie rimane un rischio al ribasso per l'economia, insieme a una concorrenza più dura dalla Cina in una serie di settori.

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Situazione Politica

Capo di Stato: Presidente Moon Jae-in (da Maggio 2017)

Capo di Governo: Primo Ministro Lee Nak-yeon (da Giugno 2017)

Popolazione: 51,5 milioni

Aumentano le tensioni nella penisola coreana

Le tensioni geopolitiche nella penisola coreana sono notevolmente aumentate nel 2017 a causa dei test nucleari e missilistici della Corea del Nord. Le tensioni tra Corea del Nord e Corea del Sud si sono leggermente attenuate all’inizio del 2017, ma rimangono elevate tra Washington e Pyongyang. Qualsiasi aumento della pressione o addirittura un’escalation del conflitto avrebbero effetti negativi sulla fiducia delle imprese e delle famiglie sudcoreane e sugli investitori stranieri.

Situazione economica

L’aumento delle esportazioni ha favorito la ripresa del 2017

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Nel 2017 la ripresa del commercio mondiale e una domanda di importazioni dalla Cina superiore al previsto hanno spinto la crescita del PIL della Corea del Sud a oltre il 3%, con l’industria dei semiconduttori quale traino della ripresa delle esportazioni (rappresentanti circa il 50% del PIL del paese). Gli investimenti hanno registrato un notevole aumento, mentre la crescita dei consumi  privati è rimasta modesta a causa della restituzione del debito da parte delle famiglie sudcoreane in media fortemente indebitate con livelli di indebitamento pari a circa il 160% del reddito disponibile.

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Nel 2018 la crescita del PIL dovrebbe rallentare leggermente a causa del calo della domanda cinese. Il sostegno fiscale (sotto forma di un aumento della spesa pubblica per l’occupazione e la spesa sociale e di un innalzamento dei salari (minimi) dovrebbe spalleggiare l’espansione economica. Il basso livello di debito pubblico (43% del PIL nel 2017), il ridotto debito estero (24% del PIL nel 2017) e i costanti avanzi delle partite correnti conferiscono al governo sudcoreano la flessibilità di sostenere l’economia e offrono una certa protezione dalla volatilità degli investimenti internazionali.

Necessarie maggiori riforme per diversificare l’economia

Sembra che l’attuale modello economico sudcoreano, improntato alle esportazioni e dominato dai chaebol (i conglomerati di imprese sudcoreane), non sia più in grado di fornire posti di lavoro sufficienti e un maggiore potere d’acquisto. Resta ancora da vedere il risultato degli sforzi del governo per riformare i conglomerati. Urgono maggiori riforme per diversificare l’economia, allontanandola da un orientamento eccessivo alle esportazioni a favore di una crescita trainata dai servizi e dai consumi interni. Tra le misure da adottare sarebbero necessari il miglioramento del clima imprenditoriale per mezzo di una maggiore liberalizzazione, l’incremento della flessibilità del mercato del lavoro e la riduzione delle barriere all’ingresso al tuttora improduttivo settore dei servizi.

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L’elevato livello del debito privato rimane un rischio negativo per l’economia, unitamente al rapido invecchiamento demografico e alla  maggiore concorrenza cinese in diversi settori (automotive, elettronica e cantieristica navale). La competitività internazionale e la redditività delle imprese potrebbero risentire dell’aumento dei salari minimi. La politica commerciale  statunitense continua a destare preoccupazione: dopo che l’amministrazione Trump ha minacciato  di ritirarsi dall’accordo bilaterale di libero scambio, Seoul ha dovuto decidere di rinegoziare. All’inizio del 2018 gli Stati Uniti hanno imposto dazi punitivi sulle importazioni di lavatrici e pannelli solari, che, tra gli altri stati, si sono ripercossi sulla Corea del Sud.

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