Gli aumenti dei prezzi delle materie prime hanno aumentato la pressione sui produttori alimentari, bloccati tra gli agricoltori che chiedono prezzi più elevati e le catene di vendita al dettaglio.
- L'aumento dei prezzi delle materie prime ha creato delle difficoltà
- Concorrenza crescente da parte dei colleghi dell'UE
- Aumento previsto delle insolvenze e dei ritardi di pagamento nel 2018
Il settore alimentare è un pilastro dell'economia francese: secondo l'Associazione di settore ANIA, nel 2016 il fatturato è stato pari a 172 miliardi di Euro con una crescita dell'1,1% rispetto all'anno precedente. In linea generale, il settore alimentare francese mostra una buona elasticità ed è sostenuto da una crescita dei consumi bassa ma costante ogni anno. La crescita del valore aggiunto del settore alimentare francese dovrebbe essere dello 0,7% quest'anno e dell'1,9% nel 2018.
La Francia è uno dei cinque principali esportatori mondiali di prodotti alimentari e la sua bilancia commerciale ha generato un surplus di 7,2 miliardi di Euro nel 2016, inferiore tuttavia agli 8,1 miliardi del 2015 a causa di un raccolto di frumento particolarmente scarso e della riduzione dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari. Il surplus annuale va attribuito principalmente alle esportazioni di vini e liquori: la Francia resta infatti il secondo principale produttore mondiale di vino dopo l'Italia.
Secondo i dati dell'ANIA, il 75% dei fatturati delle imprese alimentari francesi è generato sul mercato interno, dove le imprese di produzione e trasformazione alimentare devono però confrontarsi con sfide strutturali che hanno un impatto significativo sui margini di profitto, in particolare la forte concorrenza nel segmento del retail alimentare e i meccanismi di adeguamento contrattuale dei prezzi. Il processo di concentrazione attualmente in corso per quanto riguarda le catene di vendita al dettaglio ha ulteriormente indebolito il potere contrattuale di produttori e trasformatori. Allo stesso tempo, le imprese alimentari francesi devono confrontarsi con costi più elevati in termini di fiscalità e manodopera rispetto a molti colleghi europei. Ne deriva che le imprese di produzione e trasformazione alimentare francesi sono fortemente esposte alle oscillazioni dei prezzi delle materie prime e alla concorrenza a livello europeo.
Nel 2016 e 2017 le imprese di trasformazione alimentare si sono mostrate in crisi a causa delle oscillazioni dei prezzi delle materie prime. Lo scorso anno i prezzi della carne suina sono aumentati del 22% a seguito della domanda crescente da parte della Cina, mentre i prezzi del salmone sono cresciuti del 60% a causa di problemi di produzione della Norvegia; nel caso del burro, i prezzi registrato un’impennata del 150% causata dalla riduzione della produzione e all'aumento della domanda da parte di Cina e Stati Uniti a partire dal mese di novembre. Anche il prezzo delle uova ha registrato un forte aumento dalla scorsa estate a seguito dello scandalo del fipronil, contribuendo ad aumentare la pressione sui margini di profitto dei produttori di biscotti.
Tutti questi aumenti di prezzo hanno messo in difficoltà molti produttori alimentari, costretti a destreggiarsi tra gli agricoltori che chiedono prezzi più alti e le catene di retail che rifiutano categoricamente di aumentare i prezzi di acquisto. Inoltre, le imprese alimentari francesi guardano con preoccupazione alla Brexit e all'accordo di libero scambio tra Canada e UE (CETA) che potrebbero aggravare un contesto già competitivo.
Nonostante queste sfide, i produttori alimentari hanno continuato a mostrare una buona elasticità e i casi d’insolvenza nel settore sono diminuiti di circa l'8% nel 2016, fatta eccezione per il settore agricolo che ha fatto registrare un aumento del 4%. I pagamenti nel settore alimentare francese richiedono in media 45-50 giorni.
Pur prevedendo un tasso di crescita media dell'1,9% nel 2018, le condizioni commerciali e di mercato del settore alimentare francese resteranno difficili a causa della continua oscillazione dei prezzi delle materie prime e della perdita di quote di mercato a favore dei colleghi dell'UE. Gli aumenti dei prezzi non potranno essere trasferiti facilmente sui rivenditori poiché la conseguenza potrebbe essere il ritiro del prodotto o la risoluzione del contratto. Mentre i prezzi della carne suina stanno lentamente scendendo, i prezzi di uova e burro dovrebbero mantenersi elevati nel breve termine. I volumi di produzione del segmento vinicolo dovrebbero subire una flessione, ma l'ottima qualità dell'uva dovrebbe compensare questa flessione in termini di valore. In linea generale, le attuali difficoltà potrebbero determinare un aumento dei casi di mancato pagamento e insolvenza nei prossimi mesi, soprattutto nel segmento della trasformazione della carne.
Il nostro approccio assicurativo nei confronti del settore alimentare si è fatto più restrittivo nel 2017 poiché molte imprese alimentari hanno registrato risultati finanziari deludenti e hanno subito l'impatto delle oscillazioni dei prezzi delle materie prime o l'effetto a catena del fallimento di un importante operatore nel settore della carne. Abbiamo quindi portato la nostra valutazione del settore da "Buona" a "Discreta".
Rispetto all'anno scorso, abbiamo intensificato i controlli sui casi maggiormente a rischio, con un approccio più restrittivo, e ridotto la nostra propensione al rischio nei confronti degli acquirenti nella "zona grigia". Abbiamo anche implementato azioni e verifiche allo scopo di identificare le situazioni potenzialmente a rischio.
Inoltre, i casi di frode continuano a rappresentare un problema nel settore alimentare francese, soprattutto nel segmento della vendita all'ingrosso di carne. Monitoriamo il fenomeno con attenzione esaminando il numero di limiti di credito concessi per un breve periodo di tempo e identificando le zone a maggior incidenza di frodi (periferia di Parigi, sud-est della Francia).
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