La Brexit avrà sicuramente un impatto sul mercato delle costruzioni nei prossimi anni, in quanto l'industria è molto suscettibile di cambiamenti nella fiducia degli investitori.
- Il recente fallimento di un colosso delle costruzioni avrà forti ripercussioni sul settore
- I casi d’insolvenza dovrebbero aumentare del 4% - 5% nel 2018
- La Brexit avrà un impatto negativo sulla performance del settore edile
Secondo l’Istituto nazionale di statistica britannico (ONS), la performance del settore edile ha subito un rallentamento negli ultimi mesi del 2017: tra settembre e novembre dello scorso anno la produzione è infatti scesa del 2,1% rispetto al periodo giugno-agosto. La precedente diminuzione di nuovi ordini, in particolare nei segmenti dell'edilizia pubblica e commerciale, sta determinando l'attuale flessione dei volumi di lavoro.
Nel 2018 il segmento dell'edilizia residenziale dovrebbe continuare a crescere poiché il governo ha annunciato ulteriori stimoli al settore con un pacchetto di misure per 15,3 miliardi di Sterline nei prossimi cinque anni, il che porterà il totale dei finanziamenti al settore ad almeno 44 miliardi di Sterline in questo periodo. La spesa pubblica nelle infrastrutture dovrebbe aumentare e alcuni grandi progetti, tra cui Crossrail 2, Thameslink, HS2 e Hinkley Point, dovrebbero favorire un miglioramento della performance nel 2018. Tuttavia, le prospettive per l'edilizia commerciale restano meno ottimiste poiché l'incertezza legata all'esito dei negoziati sulla Brexit sta frenando gli investimenti delle imprese britanniche.
La pesante eredità legata ai contratti sottoscritti in passato ha rappresentato un grave problema per il settore negli ultimi 3-4 anni: infatti, molte imprese si erano impegnate in contratti a rischio che non si sono rivelati redditizi. I problemi sono stati aggravati dall'aumento dei costi per le materie prime e per la manodopera. Nel 2017, 4 delle 10 principali imprese edili britanniche hanno lanciato dei profit warning e a gennaio di quest'anno Carillion, la seconda impresa di costruzioni del paese e uno dei maggiori appaltatori del governo, ha presentato richiesta di liquidazione volontaria, oberata da 1,5 miliardi di Sterline di debito e da un deficit di 587 milioni di Sterline del fondo pensioni.
Le ripercussioni saranno enormi poiché si stima che l'azienda abbia circa 2 miliardi di Sterline di debiti nei confronti di 25.000/30.000 fornitori e subappaltatori. Ciò causerà indubbiamente delle difficoltà finanziarie per migliaia di fornitori lungo la catena del valore.
I pagamenti nel settore edile britannico richiedono in media 75 giorni e il livello di ritardi di pagamento resta elevato. Dopo l'aumento registrato nel 2017, il livello di notifiche di mancato pagamento dovrebbe continuare a crescere nel primo semestre di quest'anno, favorito ulteriormente dal fallimento di Carillion. Per molte piccole imprese edili in fondo alla catena del valore, l'aumento dei ritardi di pagamento aggraverà le difficoltà, mettendone sotto forte pressione la liquidità con possibili ripercussioni sulla performance. Alla luce dei problemi riscontrati dagli appaltatori di primo livello nel 2017 e della liquidazione di Carillion, l'accesso al finanziamento bancario resta difficile, in particolare per le piccole imprese e per le aziende che operano in settori quali i servizi di supporto, soprattutto quelle con scarsa solidità patrimoniale.
Alla luce del contesto attuale e i timori diffusi in merito allo stato complessivo dell'economia britannica, il livello d’insolvenze nel settore edile si manterrà elevato e dovrebbe registrare un ulteriore aumento nel 2018 (di circail 4%-5 % rispetto all’anno precedente. Oltre alle turbolenze del mercato legate alla liquidazione di Carillion, la Brexit avrà indubbiamente forti ripercussioni sull'edilizia trattandosi di un settore molto sensibile alle oscillazioni del livello di fiducia degli investitori. Se i prossimi mesi non porteranno maggiore chiarezza sulle condizioni di uscita del Regno Unito dall'UE, i segmenti dell'edilizia commerciale e delle infrastrutture potrebbero trovarsi avere grosse difficoltà.
Poiché oltre il 60% dei materiali da costruzione è importato dall'UE, l'eventuale aumento dei dazi o l'imposizione di limiti alle quantità a seguito dell'uscita dall'UE potrebbero determinare un aumento dei costi per le imprese edili britanniche e una carenza di materiali. Una volta che il Regno Unito sarà uscito dal Mercato Unico, è probabile che si aggraverà anche l'attuale carenza di manodopera specializzata, soprattutto se non si giungerà a un accordo con l'UE per quanto riguarda la libera circolazione delle persone. Ciò potrebbe aumentare la pressione sui salari e le imprese edili potrebbero quindi dover sostenere costi più elevati. Inoltre, il settore avrebbe difficoltà a completare i progetti di nuove unità abitative in linea con gli obiettivi fissati dal governo, accentuando così il problema della disponibilità di alloggi, soprattutto nell’area di Londra.
Al momento il settore edile britannico sta continuando a beneficiare dell'accesso alla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e al Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI), che hanno investito 7,8 miliardi di Euro in importanti progetti infrastrutturali nel Regno Unito ed erogato prestiti per oltre 500 milioni di Euro alle piccole imprese edili britanniche. La perdita di questo sostegno finanziario potrebbe avere un forte impatto sulla capacità delle imprese di ultimare i grandi progetti infrastrutturali (tra cui la High Speed 2) e ridurre le opportunità di sviluppo per le start-up.
Il nostro approccio assicurativo nei confronti del settore edile resta prudente, con una valutazione dei rischi caso per caso; a seguito del fallimento di Carillion, abbiamo anche aumentato i nostri controlli. Oggi più che mai è necessario poter disporre di dati finanziari aggiornati, a cui affianchiamo anche visite, incontri e teleconferenze con gli acquirenti in modo da essere debitamente informati prima di prendere delle decisioni. La rapidità con cui imprese apparentemente solide possono entrare in difficoltà richiede controlli aggiuntivi sui flussi degli ordini, sui margini di profitto e sui termini contrattuali.
Il settore alimentare britannico continua ad essere vittima di casi di frode (frodi da impersonificazione o attraverso società a "vita breve"), soprattutto nei sotto-settori della carne e dei prodotti ortofrutticoli. Abbiamo osservato un aumento significativo delle frodi da impersonificazione nel 2017, soprattutto a discapito di fornitori esteri.
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