La crescita del PIL diminuirà nel 2017, dato che un forte aumento dell'inflazione riduce la domanda dei consumatori, ma a medio termine l'economia dovrebbe beneficiare delle riforme.
Situazione Politica
Capo di Stato: Abdel Fattah Saeed Hussein Khalil El Sisi (dall'8 Giugno 2014)
Forma di governo: Governo militare De facto
Popolazione: 94.7 milioni (stima)
Situazione di sicurezza interna tuttora in tensione
Allo stato attuale, il presidente Sisi detiene saldamente il potere politico, mentre il governo militare continua a rafforzare la propria presa sul paese. Ciononostante, la popolarità di Sisi è calata a seguito delle ultime riforme economiche, che hanno comportato un sensibile aumento dell’inflazione (cfr. sotto).
La situazione della sicurezza interna resta tesa dopo il giro di vite imposto dai militari dal luglio 2013 che ha spinto l’Associazione dei Fratelli Musulmani alla clandestinità, facendo crescere il rischio di un’ulteriore radicalizzazione di taluni elementi. Nella Penisola del Sinai e nella regione frontaliera con la Libia, le forze jihadiste stanno provocando disordini. Tra questi, il gruppo più grande è quello denominato “Provincia del Sinai”, affiliato allo Stato Islamico. Nell’aprile 2017 sono stati commessi attentati su larga scala ai danni di chiese copte rivendicati dallo Stato Islamico, con conseguente dichiarazione dello stato di emergenza.
Situazione Economica
Previsti vantaggi a breve termine per l’economia a seguito di profonde riforme
I problemi dell’economia egiziana sono aumentati nel biennio 2015-2016, con un disavanzo di bilancio molto elevato (circa l’11%), livelli bassi di cambio estero, carenze di dollari statunitensi e un’ampia richiesta di finanziamenti. Nel novembre 2016 il governo ha finalmente approvato un programma del FMI con un credito triennale di 12 miliardi di USD per ottenere il tanto necessario sostegno finanziario esterno. Gli obiettivi principali del programma sono un tasso di cambio flessibile, il consolidamento fiscale e l’introduzione di riforme strutturali. Oltre al FMI, altre istituzioni multilaterali (come il G7) e alcuni paesi (ad es. Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti) forniscono un ulteriore sostegno finanziario.
Onde poter usufruire del contributo del FMI, tra l’altro, l’Egitto ha dovuto sbloccare il corso di cambio fisso, aumentare le imposte e ridurre i sussidi per l’elettricità e i carburanti. La lira egiziana ha subito una forte svalutazione (ca. il 50%) nei primi giorni dopo lo sblocco del novembre 2016. Ai fini di supportare la valuta e frenare l’inflazione, la banca centrale ha innalzato il tasso di interesse di riferimento di 300 punti base portandolo al 14,75%. Sebbene abbia accresciuto la competitività esterna, il deprezzamento della valuta ha scatenato anche un incremento dell’inflazione che, secondo le stime, dovrebbe raggiungere il 22,5% nel 2017, complice l’impennata dei prezzi delle importazioni. I tagli ai sussidi hanno contribuito ad aumentare ulteriormente la pressione sui prezzi al consumo.
È inoltre previsto un calo della crescita economica nel 2017 dovuto all’elevata crescita dell’inflazione che frenerà la domanda dei consumatori. Tuttavia, nonostante l’effetto negativo dell’aumento dei prezzi al consumo, l’economia dovrebbe trarre beneficio nel medio termine dalle misure collegate al programma del FMI. Ancora più importante è la distensione della situazione di carenza cronica delle riserve valutarie in USD. La svalutazione valutaria dovrebbe recare peraltro un vantaggio alle esportazioni, mentre è attesa un’ulteriore ripresa del settore turistico (sebbene tuttora vulnerabile agli attentati terroristici). La fiducia degli investitori sta già aumentando e gli afflussi di capitali privati hanno registrato un rialzo.
Grazie a una valuta fluttuante, l’Egitto riesce ad assimilare shock esterni più facilmente. Il requisito di finanziamento esterno è ancora elevato (2016: 91% delle riserve), ma è in calo. Il debito estero è cresciuto, pur rimanendo entro limiti accettabili (35% del PIL nel 2017). Le riserve internazionali stanno aumentando grazie all’ampia assistenza finanziaria esterna: fattore, questo, che ha comportato oltre sei mesi di copertura delle importazioni nel 2017.
Nel medio termine, le previsioni dell’economia egiziana sembrano più positive grazie alla scoperta di importanti giacimenti di gas offshore. Un aumento della produzione di gas nazionale dovrebbe migliorare l’approvvigionamento di elettricità e sostenere l’attività economica nei prossimi anni.